Articolo pubblicato sul n° di ottobre 2020 delle rivista l’Apicoltore Italiano
L’origine botanica e l’insetto responsabile della sua elaborazione sono alla base di significative differenze di composizione che risultano in un diverso potere antiossidante e antimicrobico delle molteplici varietà di miele esistenti (Bogdanov et al., 2013; Miguel, Antunes, Faleiro, 2017). In questo articolo tratteremo le potenzialità dei comuni millefiori prodotti da Apis mellifera ligustica nella penisola italiana, un prezioso alleato per la salute e per il benessere psicofisico di uomo e animali. Con particolare riferimento alla dermatologia veterinaria, si illustrano alcuni casi clinici. Ricordiamo al pubblico che l’apiterapia risulta efficace come medicina integrativa e che deve essere sempre monitorata da personale medico competente.
Semplice, naturale, buono, economico e facile da reperire, il miele presenta numerose proprietà benefiche per l’organismo, note in medicina umana e veterinaria dalle prime forme di civiltà (Jones, 2001; Davidson, 2006; Kuropatniki, Klosek, Kucharzewski, 2018). L’assunzione orale costante e regolare del miele supporta le difese immunitarie e i processi depurativi dell’organismo favorendo la funzionalità epatica e renale, mentre la presenza di sostanze probiotiche e prebiotiche protegge la microflora intestinale e svolge un’azione protettiva sulla mucosa del tubo digerente (Bogdanov et al., 2013; Miguel, Antunes, Faleiro, 2017). Numerosi studi scientifici inoltre, ne hanno dimostrato un’efficace azione antibiotica e antinfiammatoria e il suo utilizzo in campo medico è stato recentemente rivalutato in seguito all’insorgenza di antibiotico-resistenze multiple e alla diffusione delle evidenze scientifiche riguardanti gli effetti collaterali degli anti-infiammatori (Singh et al., 1996; Blanco et al., 1999; Levy & Marshall, 2004; Harirforoosh & Jamali, 2009; Looft & Allen, 2012; Köhler, Benros, Nordentoft, 2014; Benoun, Lambuda, McSorley, 2016). L’uso del miele infatti, consente di ridurre o di eliminare l’uso di questi farmaci in diversi casi clinici ed è particolarmente comune nei protocolli terapeutici applicati dai veterinari naturopati e omeopati. Tuttavia, il consumo orale da parte degli animali non deve essere praticato con superficialità e deve essere sempre supervisionato da un medico veterinario competente, rispettando le esigenze di specie, peso, età ed eventuali patologie (diabete e altri problemi endocrini, obesità, ecc.) per evitare complicazioni, che possono anche essere gravi, come il diabete mellito. In campo traumatologico e dermatologico, la presenza di pollini nel miele raramente è associata a reazioni allergiche localizzate, probabilmente grazie al processo di predigestione degli allergeni che caratterizzano i pollini da parte delle api. Le effettive potenzialità terapeutiche del miele sono state invece ampiamente dimostrate nel trattamento di diversi tipi di dermatiti, umide e secche, su base allergica e su base infettiva (Judd, 2006; Leigh Sare, 2013; McLoone, Warnock, Fyfe, 2016; Cremers et al., 2019). La bassa umidità del prodotto protegge le aree lese della cute da parte di microrganismi opportunisti, la presenza degli enzimi defensine e reduttasi ha una naturale azione antibiotica e antinfiammatoria, mentre la presenza degli enzimi collagenasi favorisce i naturali processi di ri-epitelizzazione cutanea. Maruhashi et al., nel 2016 hanno pubblicato gli ottimi risultati ottenuti usando il miele come trattamento alternativo per la risoluzione dell’otite esterna nel cane, realizzando un interessante articolo per la rivista Veterinary Dermatology. Di seguito si riportano invece due delle mie personali esperienze cliniche maturate tra il 2019 e il 2020. La Fig. 1 è relativa al caso della dolcissima Kira, cane pastore tedesco femmina di 6 anni. L’animale, sottoposto ad ovario-isterectomia in seguito a diagnosi di piometra 14 giorni prima, si presentava apatico e la cicatrice addominale era rossa, gonfia e maleodorante per la presenza di pus. Le analisi emato-biochimiche evidenziavano una forte compromissione dell’efficienza del sistema immunitario con i segni caratteristici di un’infiammazione cronica. Dopo un’accurata detersione e disinfezione della cicatrice vi è stato applicato un piccolo drenaggio. Il processo di cicatrizzazione e il contenimento di possibili infiltrazioni batteriche è stato supportato mediante applicazione due volte al giorno per 14 giorni di miele millefiori italiano, opportunamente coperto con un bendaggio della zona interessata. La somministrazione di un antibiotico è stata protratta non oltre 7 giorni per evitare insorgenza di setticemie pericolose per la vita dell’animale nei giorni a rischio. Il recupero psicofisico del soggetto è stato invece favorito dalla somministrazione di un cucchiaino di miele di acacia con polline millefiori al mattino per 5 giorni, seguito da somministrazione di pappa reale (1 misurino) per 40 giorni.
In ambito dermatologico, in particolare nel trattamento delle dermatiti da pulci e in quelle su base allergica (frequentissime nel cane le dermatiti atopiche originate da intolleranze alimentari, interessano il 10% della popolazione canina mondiale), che compromettono le naturali difese immunitarie del derma e si aggravano per azione di batteri e miceti, può rivelarsi utile l’aggiunta di propoli (prodotto di origine vegetale elaborato dalle api e caratterizzato da un intenso potere antibatterico, antimicotico, antivirale e antitumorale). In caso di intenso prurito per il trattamento della dermatite atopica, generalmente aggravata da lesioni autoindotte, può risultare particolarmente utile la combinazione del miele (o della mistura miele e propoli, a seconda delle esigenze terapeutiche del caso, individuate dal veterinario) con olio di cbd puro al 5%, caratterizzato da una sorprendente azione analgesica (Della Rocca, 2019). Nelle Fig. 2 si riporta un caso di dermatite atopica, probabilmente su base alimentare, aggravata da pulci e miceti, recentemente trattato con un unguento a base di miele (75%), propoli (24%) e olio di cbd puro al 5% (1%). Il prodotto è stato applicato, dopo una profonda detersione, 2 volte al giorno senza bendaggi e altre coperture per 21 giorni. Un collare elisabettiano è stato necessario per evitare l’asportazione del prodotto da parte dell’animale per leccamento.
In presenza di sintomi da intossicazione alimentare, quali inappetenza e diarrea, il recupero psicofisico dell’animale è stato favorito mediante somministrazione giornaliera di un cucchiaino di miele al mattino per 10 giorni.
Testo, foto, protocolli terapeutici e preparazioni galeniche a cura della dr.ssa Serena M.R. Tulini, medico-veterinario nutrizionista e naturopata.
Bibliografia.
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- Miguel, M.G., Antunes, M.D. & Faleiro, M.L., 2017. Honey as a Complementary Medicine. Integrative Medicine Insights. https://doi.org/10.1177/1178633717702869
- Jones, R., 2001. Honey and healing through the ages. In P. Munn & R. Jones (Eds.), Honey and healing (pp. 1–4). Cardiff: International Bee Research Association.
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- Della Rocca, G., 2019. Sistema Endocannabinoide e Cannabis Terapeutica: nuove prospettive in medicina umana e veterinaria. Poletto editore.