Una delle preoccupazioni del mio professore di nutrizione, alla proposta di presentare come tesi il miele, fu quella di non elogiarlo quale dolcificante con il fruttosio. Aveva ragione, devo ammetterlo.
Dopo anni di ricerche, un gruppo di ricercatori statunitensi sembra abbia svelato il meccanismo di ciò che da anni si osservava in una dieta ricca di fruttosio: lo sviluppo più veloce dei tumori.
Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (in sigla HFCS) può contenere dal 55 al 42% di fruttosio ed è da anni in gran spolvero nei prodotti ritenuti “spazzatura” in USA per i costi molto bassi e i buoni risultati organolettici che questo sciroppo dona a dolci, bevande e non solo. Il restante 45 o 58% del HFCS è costituito da glucosio. Si potrebbe dire che è un “correttore” del gusto piatto, e vantaggiosamente sostituisce il saccarosio (lo zucchero comune), per i costi di produzione. Lo si usa principalmente per addolcire i cereali da colazione e i soft drink. Molti succhi di frutta possono trarne vantaggio e anche i dressing (creme da aggiungere ad insalate o piatti di pesce o carne).
I RISCHI
Nel tempo si era dimostrato che c’era una connessione tra questo concentrato e i disordini intestinali come le infiammazioni intestinali croniche (IBD), poi con problemi epatici, sviluppo di prostatiti non benigne e in ultimo con la accelerazione dei tumori del colon. Le ricerche si poggiavano sull’accertata avidità del fegato verso il fruttosio, grande carburante di quell’organo, ma anche dei reni e dell’intestino, e quindi la “accoppiata” eccesso di fruttosio-fegato grasso sembrava la spiegazione migliore. Ma, come la rivista Nature dichiarava qualche giorno fa (1) “le cellule tumorali di solito non hanno gli enzimi necessari per metabolizzare questo zucchero. Il fegato converte il fruttosio alimentare in lipidi che entrano nel sangue e le cellule tumorali utilizzano i lipidi per creare membrane per la proliferazione”. Altre cellule tumorali riescono anche a metabolizzare il fruttosio, ma solo una piccolissima parte del fruttosio derivante da HFCS entra in circolo.
La spiegazione di questa situazione sembra risiedere nella produzione di fosfolipidi (tra i quali la lisofosfatidilcolina) che vengono prodotti dal fegato e che circolano in quantità elevate nel sangue, a partire dagli eccessi di fruttosio. Le cellule tumorali per crescere in misura così elevata ne hanno grande bisogno perché con essi costruiscono le loro membrane cellulari.
IL MIELE
E dunque, scoperta una possibile causa del fruttosio contenuto nel HFCS e la potenziale crescita di certi tumori, che c’entra il miele? Il miele possiede una buona componente di fruttosio e glucosio (almeno il 70% in peso), e quasi sempre sono in un equilibrio al 50% tra loro. Per bene che vada, dicono le ricerche (2) del National Institutes of Health (NIH), agenzia USA del Dipartimento della Salute, il fruttosio oscilla nel miele da un minimo del 21 al 43%, con un indice glicemico di 19 rispetto al glucosio che è il riferimento (100). Stranamente, sebbene il miele abbia un indice glicemico poco più basso del normale zucchero da cucina (rispettivamente 58 contro 61), il suo uso ha effetto ipoglicemizzante anche in soggetti con diabete mellito.
Che si tratti di una agevolazione del fruttosio che spinge il fegato a metabolizzare meglio il glucosio, oppure degli oligosaccaridi (grosse molecole costituite da tanti zuccheri tra loro legati) che nutrono la nostra flora intestinale e che aiutano ad assorbire meglio fruttosio e glucosio a livello intestinale (2), di fatto il fruttosio del miele viene assorbito alla grande nell’organismo. Non solo ma agevola nel fegato la formazione del glicogeno, vero serbatoio di glucosio, che energizza il corpo nel caso il glucosio finisca al di sotto del normale livello ematico. Il trucco degli anziani che parlano di una certa “cura contro il risveglio notturno” di un cucchiaino di miele sciolto in un bicchiere di acqua tiepida.
QUINDI COME COMPORTARCI CON IL MIELE E IL SUO FRUTTOSIO?
In primo luogo mai eccedere con gli zuccheri, così come con tante altre sostanze: siano proteine, grassi o sali mai esagerare. Piccole evasioni sono concesse ma sempre limitate nel tempo e nella quantità. Bisogna essere epicurei: equilibrio.
Poi cercare i mieli che siano veri e sani mieli, di Produttori che sappiamo essere corretti e che desiderano la qualità piuttosto che la quantità, che sappiano la giusta gestione del compito di essere apicoltori che fanno cultura e qualità anche nella biodiversità più sacrificante. Con quei mieli ancora attivi per la presenza di enzimi e polifenoli, di minerali e di pollini, di sapori tutti da gustare con il naso e poi con il palato.
Altro punto risiede nel migliorare l’attività fisica, che predispone ad un consumo corretto del fruttosio e del glucosio, così come migliorando la nostra attenzione verso il prossimo (la compassione direbbe un Buddista) e noi stessi. Prenderci cura di noi stessi e di ciò che ci circonda, aiutandoci con la meditazione se ci è possibile. Se poi siete giunti fin qui con la lettura, potreste interessarvi dell’Apiterapia (3), che ci permette di scoprire il grande valore del miele e dei prodotti delle api per la salute e la qualità della vita sana.
E migliorando la nostra nutrizione, scartando e riducendo il consumo di sostanze dolcificate o cibi pre- o ultraprocessati, come insegna la Fondazione AIRC (4), utilizzando alimenti freschi e sani come il miele.
Che sia di castagno o di sulla, un buon miele aiuta a rigenerarci, aiutando il corpo a ritrovare il benessere e l’entusiasmo per la vita.
Note
- Medeiros HCD, Lunt SY. The liver converts fructose into lipids to fuel tumours. Nature. 2024 Dec 4.
- Erejuwa OO, Sulaiman SA, Wahab MS. Fructose might contribute to the hypoglycemic effect of honey. Molecules. 2012.
- https://www.youtube.com/watch?v=dzZdJyWAD0U&ab_channel=Api%26Benessere
- irc.it/news/i-cibi-ultraprocessati-finiscono-ancora-sotto-processo
a cura del dr. Piero Milella