In questo periodo si è parlato di long-COVID, cioè gli effetti negativi sulla salute dei pazienti COVID dopo che si erano negativizzati. In italia il long-COVID è un termine molto diffuso. Televisione, radio e social media rimbalzano tra di loro questa espressione, mentre negli Stati Uniti (1), fonte CDC (Centers for Disease Control and Prevention) si utilizza quella che a mio parere sembra più opportuna: post-COVID.

Questo stato, scrivono varie fonti (2.3), risulta di una variabilità estrema e soggettiva, che spazia dai seri problemi cardiologici, respiratori, olfattivi e uditivi, a quelli più sottili legati ad aspetti neurologici, psichiatrici/psicologici, endocrinologici. Non sono tralasciati poi problemi dermatologici (esempio: psoriasi), gastrointestinali (tra cui la sindrome post-infettiva del colon irritabile) e ematologici (la formazione di coaguli nelle vene profonde). Non c’è dubbio: si tratta di un abbondante quadro di patologie varie, un inferno per il povero malcapitato.

Sembrerebbe che i soggetti non vaccinati siano più a rischio di incappare in questa sindrome complessa e purtroppo le condizioni post-COVID possono non colpire tutti allo stesso modo. Le persone affette da condizioni post-COVID possono avere problemi di salute dovuti a diversi tipi e combinazioni di sintomi che si verificano per periodi di tempo diversi. La maggior parte dei sintomi dei pazienti migliora lentamente con il tempo.

Alcune persone invece hanno bisogno di settimane o mesi per recuperare uno stato di normalità, dopo la malattia virale, e perfino esserne danneggiate con disabilità.

CHE FARE?

Che armi abbiamo per tentare di resistere maggiormente a questa possibile situazione, visto che abbiamo imboccato il periodo autunnale e ci preoccupa la possibile prospettiva invernale e il clima freddo, con i vincoli che la crisi energetica ci impone?

La vaccinazione con il nuovo bivalente (aggiornato contro la variante Omicron Ba.1) potrebbe aiutarci secondo autorevoli fonti (4) e comunque dovremmo attenerci alle pratiche che riducano l’esposizione ai rischi (locali e mezzi molto affollati, pulizia delle mani e uso delle mascherine dove c’è molta gente).

Anche una buona dieta (nutrizione + attività fisica e mentale + sonno) contribuiscono certamente a ridurre il rischio. Il cibo biologico e naturale (“segui il calendario della terra in cui vivi con i suoi frutti e verdure”), evitandone se possibile gli eccessi (soprattutto alcol e zuccheri, farine raffinate e alimenti animali), aiuta a rinforzare le nostre capacità di difesa.

L’apiterapia è una tra le pratiche da usare per avviare un percorso di maggiore resistenza ai rischi di infezioni, anche virali (5). Ma usiamo prodotti apistici affidabili, sicuri nella produzione e qualitativamente migliori. Spesso gli apicoltori di zona possono offrire prodotti ottimi a costi interessanti, senza dimenticare i loro consigli sull’uso più semplice. Il MIELE, in particolare quello di melata e in generale quelli scuri, offre una piccola azione antinfiammatoria rispetto alla propoli; concretamente passare dallo zucchero di canna o raffinato al miele è già un buon inizio.

 La mattina sul pane potrebbe sostituire la merendina pseudonaturale o aggiunto ad una bevanda di avena, mandorla o riso dare un buon sostegno alle nostre difese. Senza dimenticare che alla sera una tazza di acqua tiepida con un cucchiaino di miele disciolto rilassa e accompagna la mente al sonno ristoratore.

La PROPOLI, sia idroalcolica che in soluzione glicerica, mescolata al miele (20 gocce in un cucchiaino di miele), può essere un ulteriore aiuto per le nostre difese (6); oltre a ciò, come si può osservare dallo schema riportato ha altre doti di notevole interesse. Non è solo in questa forma che la propoli svolge la sua attività, visto che in commercio esistono funzionali evaporatori di propoli che possono introdurre in ambiente vapori di questa resina opportunamente predosata.

Da non sottovalutare il rilassamento negli APIARI OLISTICI, dove oltre alla esperienza del contatto con la natura, la rimozione di pensieri che ci inducono allo stress, apporta un maggiore tono alle nostre difese immunitarie. Il beehumming, di cui spesso abbiamo parlato in corsi e sul blog, unito alla apiaromaterapia (BHAT) hanno dato risultati molto positivi. Provare per credere.

a cura del dr. Piero Milella

NOTE:

  1. https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/long-term-effects/index.html
  2. https://www.iss.it/it/web/guest/long-covid-cover
  3. https://www.humanitas.it/news/long-covid-che-cose-e-quali-sono-i-sintomi/
  4. https://www.fda.gov/emergency-preparedness-and-response/coronavirus-disease-2019-covid-19/covid-19-bivalent-vaccine-boosters#:~:text=The%20bivalent%20COVID%2D19%20vaccines,caused%20by%20the%20omicron%20variant.
  5. Asma ST, Bobiş O, Bonta V, Acaroz U, Shah SRA, Istanbullugil FR, Arslan-Acaroz D. General Nutritional Profile of Bee Products and Their Potential Antiviral Properties against Mammalian Viruses. Nutrients. 2022
  6. Zullkiflee N, Taha H, Usman A. Propolis: Its Role and Efficacy in Human Health and Diseases. Molecules. 2022