Articolo pubblicato sulla rivista “L’Apicoltore italiano” – numero di Marzo 2020

miele apiterapia

Api d’oro si appoggiano a sottili steli fioriti di rose selvatiche, in un tripudio di grappoli d’uva e fronde di quercia, tra le quali si erige una dea alata accompagnata da piccoli amorini. Una descrizione di fantasia, direte. No, concreta visione di uno splendido diadema del quarto secolo a.C., la corona di Kritonios. Come le api magnificamente raffigurate, la corona sciamò dalla Basilicata (Armento) a Napoli, da qui a Vienna, per poi trovare una sistemazione più stabile a Monaco di Baviera (Staatliche Antikensammlungen). Il volo durò una dozzina d’anni, dal 1814 al 1826 (1), e in quel museo, forse, le api potranno restare per ricordare la magnificenza del Mediterraneo Antico (foto tratta da de.wikipedia.org).

Se l’uomo rappresentò millenni fa l’ape dorata in un gioiello che inneggia alla splendida Natura sempre vincente, ed oggi siamo miserevolmente spinti a sentirci una minuscola frangia di difensori di un piccolo insetto, forse vorrà pur dire che abbiamo perso qualcosa.

In effetti, la Comunità Europea è corsa, tre anni fa, ad esprimere un parere positivo sulla promozione dei prodotti apistici, sull’uso terapeutico del miele (2), all’impiego del “MIELE A COLAZIONE”, all’introduzione del miele nel programma “frutta, verdura e latte nelle scuole”.

La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, “sottolinea la crescente importanza dell’apiterapia come alternativa naturale al trattamento con farmaci convenzionali e incoraggia pertanto tutti gli Stati membri a promuovere tali prodotti presso gli operatori medici e paramedici e il pubblico nell’UE” (2).

Parlare del miele come alimento dovrebbe essere semplice, ma talvolta seri professionisti della divulgazione lo dimenticano, sollecitando dolcificanti più alla moda, o temendo la spinta a eccessi ingiustificabili. In natura la sinergia delle sostanze contenute negli alimenti sprigiona doti spettacolari, e nei prodotti apistici naturali queste sono sempre in costante scoperta.

Un’idea sintetica e molto chiara la possiamo trovare in una review del 2018 di Ricercatori di Università italiane e spagnole (3); in essa troviamo indicati gli effetti che un consumo corretto di miele può presentare. Sembrano pochi? Si può continuare a sperare che, se bere due litri di acqua minerale al giorno possono produrre effetti diuretici, un cucchiaio di miele possa svolgere “ufficialmente” azioni benefiche?

La ricerca sul miele, se vogliamo considerare solo questo prodotto apistico, è in costante crescita: su PubMed, motore di ricerca del NCBI (National Center of Biotechnology Information), dal 2009 al 2019 le ricerche a livello mondiale sul miele sono passate da 120 a 492. Potrebbero sembrare poche, ma giusto per rimanere in casa italiana, quelle sull’olio extravergine d’oliva nello stesso decennio passano da 6 a 98: Un incremento enorme con piccoli numeri, per un prodotto che non è certo orfano come sembra il miele.

Gli aspetti emergenti dei mieli sono le capacità antiossidanti dei polifenoli. Sebbene questi ultimi siano poco concentrati, risultano agire in modo marcato: una sinergia che spesso i prodotti naturali mostrano. In pratica è bello avere in squadra un buon goleador, ma senza la presenza di gregari adeguati vincere è difficile.

miele apiterapia3In un interessante lavoro dello scorso anno (4), frutto di Ricercatori italiani sulle capacità di alcuni mieli calabresi, si è mostrato una disparità nella cicatrizzazione delle ferite tra i vari mieli. Con alcuni di essi, utilizzando tessuti cellulari in vitro, si avevano migrazioni di cellule epiteliali particolari (i cheratinociti) verso la zona lesa. L’azione del miele è probabilmente dovuta anche all’equilibrio tra le attività antinfiammatorie e immunostimolanti dei polifenoli, in questo caso forse riconducibile alla presenza di un particolare flavonoide la pinocembrina, molto presente anche nella propoli. Una suggestione potrebbe essere l’impiego di miele per uso medico da impiegare nelle ulcere diabetiche, molto refrattarie alle cure.

Si sono focalizzate su questa capacità cicatrizzante alcune ricerche volte a ingegnerizzare biotessuti in cui il miele può svolgere contemporaneamente azioni sinergiche, batteriostatiche, antinfiammatorie e di promozione della cicatrizzazione (5). Anche Ricercatori asiatici (6) hanno testato su cavie di laboratorio il miele, in gel e in film sottili, su ferite e ustioni di secondo grado; i risultati sono stati positivi e si è potuto inoltre osservare l’attivazione di cellule del sangue (linfociti T e B, neutrofili), quindi un’azione immunomodulante, accompagnata da movimenti di cellule epiteliali e fibroblasti verso la zona danneggiata.

Questo settore trova anche in Italia Ricercatori che indagano sui meccanismi fisiologici che il miele indurrebbe nei processi rigenerativi, come mostrano i loro lavori recenti (con prodotti perfino economici, vedi 7) ed anche con strutture tridimensionali (scaffold) che possano avvantaggiare il recupero cellulare, e nelle quali il miele è il cardine per indurre lo sviluppo cellulare, ed essere contemporaneamente antinfiammatorio e antibiotico (8).

miele apiterapia 4In ogni caso il miele deve possedere i requisiti di una ottima produzione, spesso condizionata dalle strategie agricole industriali che strozzano l’apicoltura, con l’impiego di sostanze fitosanitarie, fertilizzanti e diserbi chimici (con abnormi presenze di metalli come cadmio, rame, zinco ecc.) a cui si aggiungono le polveri sottili (PM10, ad esempio), come dimostra una ricerca, sempre italiana (9).

Con tutte le attenzioni che saggiamente gli studiosi (10) pongono all’uso del miele (limitazioni per l’apporto glicemico), dopo averne mostrato le doti antiossidanti cellulari, antibiotiche, antiparassitarie, antinfiammatorie, antidiabetiche, cicatrizzanti, antitumorali, (11), antipertensive (12) e una capacità di non sfigurare come antiaggregante piastrinico (13) di fronte a ben noti prodotti farmaceutici, cosa si può dire?

Credo che si possa continuare a sperare che l’ape dorata suggerisca di continuare coraggiosamente a sperimentarne il suo miele, in una Natura più vitale, nell’intento di raggiungere futuri traguardi dell’apiterapia in ambito medico.

a cura di dr. Pietro Paolo Milella – biologo, naturopata, consulente nutrizionale
Gruppo Api&Benessere di WBA onlus

BIBLIOGRAFIA E SITI:

  • ARMENTO, LA CORONA AUREA VOTIVA” da “Antiche Civiltà Lucane” di A. Lipinsky a cura di P. Borraro http://www.lucania.one/chiese/armento/Tscritto/corona1.htm
  • RELAZIONE COMISSIONE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE PARLAMENTO EUROPEOhttp://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-8-2018-0014_IT.html
  • Cenciosi, T. Y. Forbes-Hernandez, S.Afrin, M. Gasperrini, P. Reboredo-Rodriguez, P.P.Manna, J.Zhang, L. Bravo Lamas, S. Martinez Florez, P. Agudo Toyos, J.L. Quiles, F. Giampieri, M. Battino “Phenolic Compounds in Honey and Their Associated Health Benefits: A Review” Molecules 2018
  • Governa, G. Carullo, M. Biagi, V. Rago, F. Aiello “Evaluation of the In Vitro Wound-Healing Activity of Calabrian Honeys” Antioxidants 2019
  • A. Minden-Birkenmaier, G. L. Bowlin “Honey-Based Templates in Wound Healing and Tissue Engineering” Bioengineering 2018
  • Febriyenti, H. Lucida, A. Almahdy, I. Alfikriyah, M. Hanif “Wound-Healing effect of Honey Gel and Film” J. Pharm. Bioallied Sci. 2019
  • Giusto, C. Vercelli, F. Comino, V. Caramello, M. Tursi, M. Gandini”A new, easy-to-make pectin-honey hydrogel enhances wound healing in rats” BMC Compl. And Altern.Medicine 2017
  • Martinotti, E. Ranzato “Honey, Wound Repair and Regenerative Medicine” J. of Functional Biomaterials 2018
  • Goretti, M. Pallottini, R. Rossi, G. La Porta, T. Gardi, B.T. Cenci Gora, A.C. Elia, M. Galletti, B. Moroni, C. Petroselli, R. Selvaggi, D. Cappelletti “Heavy metal bioaccumulation in honey bee matrix, an indicator to assess the contamination level in terrestrial environments” Envir. Pollution 2019
  • Cornara, M. Biagi, J. Xiao, B. Burlando “Therapeutic Properties of Bioactive Compounds from Different Honeybee Product” Front. In Pharamcology 2017
  • Visweswara Rao Pasupuleti et Al. “Honey, Propolis, and Royal Jelly: A Comprehensive Review of Their Biological Actions and Health Benefits” Medicine and Cell. Longevity Volume 2017
  • Huong Thi Lan Nguyen et Al. “Honey and Its Role in Relieving Multiple Facets of Atherosclerosis” Nutrients 2019
  • J. Martina, L. A. P. Ramar, M. R. I. Silaban, M. Lthfi, P. A. P. Govindan “Antiplatelet Effectivity between Aspirin with Honey on Cardiovascular Disease Based on Bleeding Time Taken on Mice” Open Access Maced. J. Med. Sci. 2019